Domenica dopo l’ottava del Natale

 

Sir 24,1-12; Sal 147; Rm 8,3b-9a; Lc 4,14-22

 

«Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”».         (Lc 4,20b-21)

 

Il Signore ci invita ad imitarlo nel suo annuncio, a fare come lui, che ha consacrato la sua vita ad annunciare la lieta notizia del vero volto di Dio. E lo fa nella sinagoga del suo paese, interpretando le scritture. Anche noi siamo chiamati ad annunciare il vangelo là dove viviamo, sapendo bene che non c’è niente di più difficile che parlare di Cristo tra di noi che sappiamo già tutto! La Parola di cui ci nutriamo giornalmente, meditata e approfondita nei secoli dalla storia della Chiesa, ci aiuta a capire la profondità del mistero di Dio.

E delle scritture Gesù sceglie, per iniziare il proprio ministero, parole di consolazione e di salvezza, un invito a gioire per l’intervento di Dio. Insomma, Gesù non inizia lamentandosi della poca partecipazione della gente a Messa, della gente cattiva che arriva sui barconi, neanche dei problemi che possono recare i vicini di casa, né rimprovera chi vive una discutibile vita affettiva, ma inizia la sua vita in mezzo alla gente con parole di speranza, di libertà, di pace e di misericordia. Se anche noi imparassimo da Cristo a dare buone notizie invece di lamentele!

 

 

Preghiamo

 

Egli mette pace nei tuoi confini

e ti sazia con fiore di frumento.

Manda sulla terra il suo messaggio:

la sua parola corre veloce.                 

      (Sal 147,3-4)

 

 

Impegno settimanale

Compirò un gesto di compassione e di comunione verso chi mi è indifferente.

 

[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]

 

 

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