Gen 13,12-18 / Sal 118 (119),33-40 / Pr 4,20-27 / Mt 5,31-37
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto… Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno. (Mt 5,33.37)
Qualcuno vede qui il rimando all’ottavo comandamento: "Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo" (Es 20,16).
Un’accusa falsa puó far male, fino a distruggere una persona. La smentita non fa che peggiorare la situazione e, in ogni caso, lascia feriti gravi sulla strada.
Per contro, siamo bravi a spacciare per sinceritá una veritá o un giudizio sbattuti in faccia in malo modo.
Nell’uno come nell’altro caso, il Vangelo propone ben altro. Dio si immagina un mondo dove le relazioni umane siano veritiere e amorevoli.
Se siamo sinceri non abbiamo bisogno di invocare uomini o divinitá a sostegno delle parole. E se siamo amorevoli non abbiamo bisogno di ferire per dire sinceramente la veritá.
Preghiamo
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
(Is 50,4)