Gdc 2,18-3,6; Sal 105; Lc 9, 51-56

 

Quando videro ciò i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: “Vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. Gesù si voltò e li rimproverò. (Lc 9,54-55)

 

Giorno di importante decisione per Gesù: è tempo di incamminarsi verso Gerusalemme. Da poco, sul monte, con Mosè ed Elia ha parlato del suo esodo che lì si sarebbe compiuto (Lc 9,28-36) e quella conversazione, sintesi del suo dialogo costante con le Scritture, fa luce sulla meta e gli dà forza per “decidere nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83,6).

Non così Giacomo e Giovanni, pure testimoni della Trasfigurazione: essi non si sono messi bene nelle orecchie la parola di Gesù “Il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato” e i loro occhi, di conseguenza, sono incapaci di riconoscere i tempi di Dio. Vorrebbero annientare i samaritani che negano l’ospitalità a Gesù perchè è diretto a Gerusalemme, quando loro stessi si ostinano nel rifiuto di ospitare nel loro cuore la necessità della croce… Ma Gesù, voltandosi, cioè mostrando il suo volto fermo nella decisione del dono incondizionato di sè fino alla fine, li rimprovera: senza parole (il testo non ce ne riferisce), come a chiedere che ora questo volto divenga la luce nella quale camminare verso Gerusalemme.

 

Preghiamo col Salmo

 

Egli vide la loro angustia,

quando udì il loro grido.

Si ricordò della sua alleanza con loro

e si mosse a compassione, per il suo grande amore.

 

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