Ct 2,17-3,1b.2; Sal 12(13);2Cor 4,18-5,9; Gv 14,27-31a

 

“Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre…”.             (Gv  14,31)

 

La Chiesa ci propone la lettura del Cantico dei cantici in questo tempo dopo l’Ascensione: “Sul mio letto lungo la notte ho cercato l’amato del mio cuore…”. E’ la Chiesa sposa che esprime tutto il desiderio dell’Amato, tutta la ricerca dello Sposo, la cui assenza le strappa il cuore. Fino al giorno di Pentecoste siamo in questo tempo di mancanza e attesa, di già e non ancora.

Le grandi sante mistiche della storia della Chiesa, possono insegnarci molto su questo tempo. E’ su questo terreno, di dolore, che cadono le parole di Gesù:”Vi lascio la pace, vi dò la mia pace”. E’ necessario che il mondo sappia che il Figlio ama il Padre e fa come lui gli ha comandato. L’obbedienza all’Amore porta all’amore obbediente; come lo Sposo, la Sposa cresca in questa fiducia al Padre che conosce i tempi e i momenti.

L’amato non è fuggito, né ha abbandonato l’Amata. Ci ha lasciato la sua pace, ci donerà il suo respiro di Figlio: “sia abitando nel corpo, sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi”.

 

Preghiamo col Salmo

 

Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,

conserva la luce ai miei occhi,

perché non mi sorprenda il sonno della morte,

e non esultino i miei avversari se io vacillo.

 

 

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