At 26,1-23; Sal 21(22); 1Cor 15,3-11; Gv 15,26-16,4

 

«Lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza…». (Gv 15,26-27)

 

Il fatto, l’avvenimento della morte e resurrezione di Ge sù necessita di essere testimoniato. Non si impone come un’evidenza da tutti constatabile, o scientifica­mente misurabile. Questi ultimi avvenimenti della sua vita, come del resto tutta la sua esistenza, sono affidati allo strumento debole della parola (Rm 10,13-15). Per­ché questa modalità? Dio ci ha creati liberi e vuole custo­dirci tali. Lui è, in essenza, libertà. Non vuole schiac­ciarci, tantomeno dimostrare di essere il più forte. Lui, che ci riconosce come sue creature, vuole e desidera es ­sere riconosciuto come nostro creatore.

Solo la fiducia, cioè la fede, è il terreno su cui è possibile questo incon­tro. La gratuità della fiducia e della speranza. Ma solo Dio conosce fino in fondo Dio. Solo Dio conosce fino in fondo le sue creature. Per questo lo Spirito di verità, il Paraclito, può parlare le parole del Padre e del Figlio nel profondo della nostra anima.

Gesù vero uomo e vero Dio è così annunciato sia dall’uomo, i suoi apostoli, che da Dio, lo Spirito Santo. La verità della Pasqua suscita la spe ranza; la menzogna del principe di questo mondo la per secuzione. Preghiamo il Signore che ci custodisca nel suo nome.

 

Preghiamo

 

E io vivrò per lui,

lo servirà la mia discendenza.

Si parlerà del Signore alla generazione che viene;

annunzieranno la sua giustizia;

al popolo che nascerà diranno:

«Ecco l’opera del Signore!».

(dal Salmo 21)

 

Ti potrebbero interessare anche: