Ct 7,13a-d.14;8,10c-d; Sal 44(45);Rm 8,24-27; Gv 16,5-11
«… perché il principe di questo mondo è già condannato». (Gv 16,11)
Paradossale l’opera dello Spirito così com’è presentata da questo brano. Paraclito può essere tradotto come “difensore”, ma subito Gesù dice che Egli dimostrerà la colpa del mondo! Lo scopo di questa dimostrazione di colpa, però, non è la condanna ma la salvezza.
A essere condannato sarà il principe di questo mondo, colui che, con la sua menzogna, fu omicida fin da principio. Colui che ci dà morte con ciò che non è la Verità. La nostra colpa è tutta in quel «non credere nel suo nome» (v. 9): fidarci della testimonianza (falsa) del-l’antico serpente invece che fidarci della testimonianza del Figlio sulla croce.
La menzogna mirava proprio a distruggere la fiducia della creatura nel creatore. Il peccato, qualunque peccato, ha qui la sua origine! Lo Spirito paraclito, facendo l’esegesi del crocifisso, ci fa toccare con mano la nostra colpa ma contemporaneamente ci spalanca l’anima ed il cuore di un Dio che si consegna alla morte per ognuno di noi. La nostra colpa è inghiottita dalla morte di Dio amore. Avevamo torto a non fidarci di lui. Lo Spirito mostra tanto la nostra colpa quanto l’amore folle di chi versa il suo sangue per noi.
Preghiamo col Salmo
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.