Es 1,1-14; Sal 102; Lc 4,14-16.22-24
Gesù nella sua terra suscita sorpresa e reazione. (Lc 4)
La liturgia di oggi ricorda la storia di oppressione e di schiavitù che conobbe il popolo d’Israele dopo che si fu insediato in Egitto e divenne numericamente importante.
Per timore di perdere potere, il re egiziano impose misure di controllo sugli israeliti e impose loro dei sovrintendenti ai lavori forzati per opprimerli. Così gli egiziani fecero lavorare duramente i figli d’Israele e li trattarono da schiavi.
Ma Dio non dimenticò le sua parole di salvezza e fu Gesù a dare compimento alle profezie, ma il popolo e i suoi più vicini non lo riconobbero. Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, ma non si capacitavano che quello, il figlio di Giuseppe il carpentiere, potesse avere tanta autorevolezza. Gesù ne è consapevole e ribadisce quanto sia difficile che un profeta sia ascoltato e stimato nella propria patria.
Preghiamo col Salmo
Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.