S. Giuseppe
Lunedì 20 marzo
Sir 44,23h-45,2a.3d-5d; Sal 15; Eb 11,1-2.7-9.13c.39-12,2b; Mt 2,19-23
19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: “Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele”. 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret. (Mt 2, 19-23)
Il Signore parla ancora a Giuseppe in sogno, lo conduce e lo prepara a nuove partenze. Giuseppe ascolta la parola di Dio e la mette in pratica con cuore docile e affidato. Si rimette in viaggio verso Israele, non da solo, ma con Gesù e la madre, Maria. Anche a noi viene rivolta questa parola: “Alzati e va’”. Il Signore non ci vuole fermi e statici, ma dinamici e scattanti. Anche noi siamo dentro questo cammino fatto di passi concreti. E anche per noi c’è una terra, un posto nel mondo in cui poter entrare, in cui poter abitare in pienezza e profondità. C’è una “Nazaret” da abitare fatta di quotidianità, che assume la sua bellezza se anche noi prendiamo “il bambino e sua madre” come compagni di vita, se anche noi come Giuseppe accettiamo di compiere questo cammino con docilità e guidati dalla Sua parola.
Preghiamo
Padre mio, io mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature.
(Charles de Foucauld)
[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]