Mi 4,1-4; Sal 95 (96); 1Cor 1,1-10; Mt 2,19-23

«Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea.»    (Mt 2,22)

Se ci pensiamo bene, questo brano ci riporta alle fatiche e sofferenze di tante famiglie, solitamente povere, che anche ai nostri giorni lasciano la propria terra in cerca di una casa, di un lavoro che possano assicurare un minimo per il loro futuro. Più volte il Papa e il nostro Arcivescovo ci hanno sollecitato a non rimanere indifferenti alle afflizioni della gente che scappa dalle situazioni di povertà estrema, guerre, disastri ambientali, … devono fuggire per salvarsi e per rimanere liberi. Impariamo dalla famiglia di Nàzaret che ha vissuto anche lei il dramma della fuga e dell’esilio, per essere premurosi nell’ospitalità, con sentimenti di tenerezza, bontà, umiltà, di carità e di pace. Creiamo nelle nostre comunità la sensibilità e la responsabilità verso le grida e i lamenti dei bisognosi, senza la paura e lamento, ma per condividere ed assumere su di noi la dignità della vita dell’uomo, così che possano salvarsi e riprendere a sperare.

Preghiamo

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene,
che rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
                            (Sal 145,5-7)
 

[da: “La Parola ogni giorno.Gesù verità della storia. Avvento e Natale 2016”, Centro Ambrosiano, Milano]

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