Mercoledì 3 maggio – Santi Filippo e Giacomo, apostoli

 

 

At 1,12-14; Sal 18 (19); 1Cor 4,9-15; Gv 14,1-14

 

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,5-6).

 

La famosa espressione di Gesù «Io sono la via, la verità e la vita» può essere intesa in vari modi: «io sono la via che conduce alla verità e alla vita»; «io sono la via e la verità che conducono alla vita»; «io sono la via perché sono la verità e la vita». Il tema centrale è quello della via, in quanto Gesù, per descrivere il proprio ruolo, utilizza la metafora della via, della strada. Per andare al Padre, che è verità e vita, bisogna passare attraverso Gesù. Poiché Gesù rivela la verità che conduce alla vita e procura la vera vita a chi accetta questa verità nella fede e la mette in pratica, egli conduce chi crede in lui allo scopo della sua esistenza, cioè al Padre e insieme gli fa da strada. Se nell’umana esperienza occorre distinguere la via percorsa dalla meta perseguita, nella fede essere nella via che è Gesù corrisponde a stare dalla parte della verità e della vita. Non solo nessuno va al Padre se non passa attraverso Gesù, ma colui che passa attraverso Gesù è già in comunione col Padre. Colui che ci spiega il Padre (cfr. Gv 1,18) ci introduce nella sua stessa intimità.

 

Preghiamo

 

Signore, tu non solo ci hai mostrato la strada

ma sei la strada che ci conduce al Padre.

Donaci di non imboccare altre vie,

spesso invitanti e spianate,

perché esse ci allontanano da Dio.

 

 

[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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