Ger 9,22-23; Sal 84 (85); Eb 3,1-6; Mt 18,21-35

 

«Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: “Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?”. E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”.» (Mt 18,21-22)

 

Riscoprire la fede significa anche riscoprire il perdono. Viviamo in un mondo difficile e molto chiuso, arrogante ed egoista. Pare che non ci sia spazio per il perdono, perché viene visto come una debolezza. Perdonare significa mettersi nella logica di Dio, per accogliere la sconcertante parabola di oggi. Non si perdona perché si è più bravi o migliori oppure per vedere la reazione dell’avversario che si pente e cambia. Si perdona perché a noi è stato perdonato tanto, si perdona perché per primi abbiamo sperimentato il perdono. Perdoniamo per essere figli credibili del Padre buono, perdoniamo perché, superati i torti subiti, potremo costruire attraverso il dialogo un futuro migliore per tutti. Il nostro mondo ha bisogno di testimoni credibili e vigorosi, di gesti di perdono, capaci di osare una logica nuova: è quanto il Signore ci chiede.

 

 

Preghiamo

 

Verità germoglierà dalla terra

e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene

e la nostra terra darà il suo frutto;

giustizia camminerà davanti a lui:

i suoi passi tracceranno il cammino.

    (Sal 84,12-14)

 

[da: “La Parola ogni giorno.Gesù verità della storia. Avvento e Natale 2016”, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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