Gen 29,31-30, 2.22-23; Sal 118 (119), 113-120; Pr 25,1.21-22; Mt 7,21-29

 

Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.     (Mt 7,21.24-25)

 

Il Vangelo ci racconta di Gesù come di un uomo coerente e perseverante. Nella sua vita ha sempre messo in pratica la sua Parola, anche quando ciò comportava la disapprovazione da parte di chi gli stava vicino. La coerenza e la fedeltà alla Parola di Dio, anche se richiedono fatica e impegno, costruiscono un animo forte e paziente. La fedeltà e la perseveranza in mezzo alle prove sono virtù spesso dimenticate nella nostra società; per questo sono un dono da chiedere al Signore nella preghiera. Esse costruiscono la fortezza e permettono di attraversare con fede ogni ostacolo che incontriamo durante il cammino. Un cristiano coerente, perseverante e fedele offre una testimonianza forte per chi gli sta accanto e per l’intera società.

 

Preghiamo

 

Se ti vediamo, o Signore non morremo.

Se confessiamo il tuo nome,

non corriamo il rischio di perderti.

Se ti preghiamo, saremo ascoltati.

Dacci la grazia di esser confermati, fortificati,

fino alla piena statura e fino al compimento perfetto. 

                          (Preghiera delle prime comunità cristiane)

 

[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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