DOMENICA IV DI QUARESIMA

 

Es 34,27-35,1; Sal 35 (36); 2Cor 3,7-18; Gv 9,1-38b

«Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, Gesù sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Quando lo trovò, Gesù gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». (Gv 9,5-7.35b-38a)

 

Gesù è luce del mondo. Senza di lui il cristiano è come un cieco: guarda il mondo attorno a sé, ma non vede la realtà. Il fango copre ancora i suoi occhi, ma lui forse non se ne accorge neppure. È Gesù che lo rende cosciente di questo fango e che gli indica come toglierlo: ci vuole l’acqua, l’acqua dell’Inviato, l’acqua dalla roccia che ha dissetato Israele nel deserto, l’acqua della Samaritana. Quest’acqua purifica. Solo chi passa dal buio alla luce si accorge del dono straordinario che è la vista. E solo chi attraversa l’esperienza del peccato e della fragilità scopre che cos’è il dono della misericordia e della fede.

 

Preghiamo

 

Manda la tua luce e la tua verità:

siano esse a guidarmi,

mi conducano alla tua santa montagna,

alla tua dimora.                        

                     (dal Salmo 43)

 

Impegno settimanale

Mi impegno a leggere la realtà con gli occhi di Dio, interpretando ciò che mi accade alla luce del vangelo.

 

 

[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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