Giovedì della II settimana di Avvento

Ger 3,6a.19-25; Sal 85 (86); Zc 2,10-17; Mt 12,33-37

«La bocca infine esprime ciò che dal cuore sovrabbonda». (Mt 12,34)

Le calunnie dei farisei contro Gesù dimostrano che hanno il cuore cattivo, per cui li chiama figli di vipere perché discendono dal serpente infernale (Mt 3,7). Il cuore nella Bibbia è il centro spirituale della personalità umana e Gesù lo paragona ad uno scrigno buono o cattivo. Il cuore non è solo la sede dei sentimenti, come intendiamo noi occidentali, ma per la Scrittura comprende tutta la persona, quindi anche intelligenza e volontà. Ciò che hai nel cuore, viene focalizzato nei pensieri e poi esce dalla bocca. Le parole possono consolare, medicare, edificare, confortare una persona. Possono anche far male, arrivando fino a “uccidere” moralmente qualcuno quando sono menzognere, irresponsabili, e vuote. Parole malvagie! I figli del regno si esprimono così: «La sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera» (Gc 3,17).

Preghiamo

Siate simili a quelli che aspettano
il loro padrone
quando torna dalle nozze.
Tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene
il Figlio dell’uomo.

Lc 12,36 e Mt 24,44

Ti potrebbero interessare anche: