II Domenica di Avvento

Is 40,1; 41,14 Bar 4,36 5,9; Sal 99 (100); Rm 15,1-13; Lc 3,1-18

«Che cosa dobbiamo fare?» (Lc 3,10;12;14)

Cosa fare per essere figli del regno? Per Giovanni la strada è unica, quella della conversione. Non basta avere “le carte in regola” perché figli di Abramo, appartenere cioè al popolo eletto. Non bastano nemmeno forme penitenziali esteriori, riti espiatori o forme intimistiche di pentimento dei peccati. Occorre la libertà per scendere nella profondità di sé stessi e accogliere Cristo che battezzerà in Spirito Santo, ossia con l’amore di Dio fatto persona. La vera conversione si concretizza in un impegno a praticare il comandamento dell’amore, nella giustizia sociale, nei doveri della propria situazione di vita e deve avvenire ogni volta, non è mai una volta per sempre. Perciò, come afferma san Paolo: «Accoglietevi gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi… è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti glorificano Dio per la sua misericordia».

Preghiamo

Consolate, consolate il mio popolo,
dice Dio.
Non temere, io vengo in tuo aiuto.

 

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