VI Domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore

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Nacque ad Assisi nel 1182, da una famiglia della nascente borghesia. Dopo una vita giovanile spensierata e mondana, ispirata all’ideale cavalleresco, Francesco si convertì al vangelo, che visse con radicalità – “sine glossa” – in povertà e letizia, seguendo il Cristo povero, umile e casto, secondo lo spirito delle beatitudini. Insieme ai primi fratelli che lo seguirono sulle tracce di Cristo, attratti dalla forza del suo esempio, predicò il vangelo di Gesù nella radicalità delle sue esigenze, contribuendo al rinnovamento della Chiesa, fortemente bisognosa in quel tempo di testimoni che le indicassero le vie del Signore.
Il 17 settembre, sul monte Alverna (la Verna), dove si era ritirato insieme ad alcuni dei suoi primi compagni, ricevette le stigmate, segno visibile della sua identificazione con il Cristo. Ma da questo luogo di esperienze mistiche dovette scendere, perché gravemente malato: gli era quasi scomparsa la vista ed era estenuato da ripetute emottisi. Nel Testamento e nel Cantico delle creature – che Francesco compose in un eremitaggio che si era fatto apprestare presso il convento di S. Damiano, confortato e sostenuto dalla preghiera di Chiara e delle sue compagne – esprimeva il suo amore a Madonna povertà e il legame d’amore che univa tutte le creature tra loro e con l’uomo, quasi un abbraccio cosmico per dare gloria a Dio.
Moriva all’età di 44 anni la sera del 3 ottobre 1226. Il 16 luglio 1228 papa Gregorio IX, alla presenza della madre Pica e di altri parenti, del vescovo di Assisi che lo aveva accolto, nudo, sotto il suo mantello, lo iscriveva nell’albo dei santi. A lui si ispirano diverse famiglie religiose maschili e femminili che da lui prendono il nome. Pio XII, nel 1939, lo ha proclamato patrono d’Italia.

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