Giovedì della II settimana di Quaresima
Nata nel 1384, di nobile famiglia, Francesca è una delle sante che rappresentano la figura della donna cristiana di grande dedizione in tutti gli stati della sua vita. Fondò anche una comunità religiosa, quella delle Oblate di Monteoliveto. Da giovane avrebbe voluto consacrarsi a Dio, ma per obbedienza accettò in sposo Lorenzo dei Ponziani, nobile anch’egli e ricchissimo. E con slancio accettò tutti i doveri dello stato matrimoniale. Ricca e nobile diede esempio di umiltà e carità, di modestia e devozione. Fu madre di tre bambini che educò con infinito amore, saggi e retti. Ne vide morire due, ancora fanciulli.
La sua famiglia non era costituita solo dal marito e dai figli: la casa nobiliare dei Ponziani, nel quartiere di Trastevere, divenne un’officina di bene e presto se ne sparse la fama per tutta la città. In tempi di carestia furono sfamati gli affamati, in tempi di epidemia furono curati gli ammalati e in tempi di dolore furono consolati gli afflitti. Rimasta vedova entrò nel monastero delle sue Oblate, a Tor de’ Specchi. Quando morì fu esposta per tre giorni nella chiesa di Santa Maria Nuova, che da allora prenderà il suo nome ed è prediletta per la celebrazione dei matrimoni, non solo per la bella posizione in cui si trova, ma anche come tacito augurio alle novelle spose.
Oggi la Chiesa ricorda anche san Domenico Savio, ragazzo educato da san Giovanni Bosco, canonizzato da Pio XII nel 1957 e dato come patrono agli studenti cristiani.