IV Giorno dell'ottava di Pasqua

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La più antica memoria di san Zeno è in una lettera che sant’Ambrogio indirizza a Siagiro. Eletto vescovo di Verona nel 362, ottavo della serie, san Zeno esercitò l’episcopato per un numero imprecisato di anni. A Zeno sono attribuiti 94 Discorsi, nei quali ripercorre i temi fondamentali della predicazione cristiana, partendo da passi biblici del Primo Testamento, interpretati in chiave cristologica.
Fra questi troviamo i discorsi di carattere morale, nei quali mette in guardia i suoi fedeli dall’avarizia e insiste sulle virtù della pazienza, della giustizia, dell’umiltà. Egli mostra una notevole padronanza nell’insegnamento della teologia trinitaria nicena, contro le eresie dei fotiniani. Dai Discorsi emerge la figura di un vescovo profondamente attento al bene e alla crescita spirituale della comunità.
Risalgono alla seconda metà del VII secolo i primi documenti che ci fanno conoscere le liste episcopali della Chiesa veronese. Nel Velo di Classe, del 760, troviamo le immagini e i nomi dei primi 35 vescovi di Verona. L’altro documento sono i Versus de Verona (796-806), che presentano Zeno “ottavo pastore e confessore, martire famoso, che con la sua testimonianza richiamò Verona al battesimo”. La Vita I sancti Zenonis è lo scritto che ci tramanda la leggenda sorta attorno alla figura del Santo. Si tratta del più antico testo agiografico su san Zeno, coevo, o di poco anteriore, ai Versus. Di san Zeno parla anche Gregorio Magno nel III libro dei Dialoghi.

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