Venerdì della settimana della XI Domenica dopo Pentecoste
Secondo gli atti del suo martirio, Alessandro apparteneva alla legione Tebea come comandante di centuria. Quando la legione fu spostata in Occidente per controbattere gli attacchi dei Quadi e dei Marcomanni, mentre attraversava il Vallese ricevette l’ordine di ricercare i cristiani contro i quali era stata scatenata una persecuzione. Rifiutandosi i legionari cristiani di eseguire l’ordine, furono anch’essi sterminati. Alessandro fu tra i pochi superstiti che ripararono in Italia; ma a Milano fu riconosciuto e incarcerato.
Dopo un tentativo di fuga dal carcere, fu di nuovo catturato e condannato alla decapitazione. Sottraendosi miracolosamente all’esecuzione della sentenza, Alessandro raggiunse Bergamo e fu ospitato dal principe Crotacio, ma mentre predicava fu nuovamente scoperto e la condanna fu pubblicamente eseguita.
Era il 26 agosto del 303. Alessandro fu subito circondato da grande venerazione nel luogo del suo martirio, a Bergamo, dove prestissimo venne eretta una basilica a lui dedicata. Il culto di questo martire è attestato fin dal VI secolo. Bergamo venera Alessandro come patrono principale della città.