Giovedì dell'ultima settimana dell'anno liturgico
Leone, nato in Toscana alla fine del IV secolo, ricevette un’educazione molto accurata, come si può dedurre anche dalle sue opere. Eletto diacono sotto Celestino I, fu incaricato di affari importanti nella Chiesa del tempo e seppe difendere l’integrità della fede e promuovere la riconciliazione e la pace. Nel 440, alla morte di papa Sisto II, venne chiamato a sostituirlo. Il periodo del suo pontificato fu caratterizzato da forti instabilità politiche e da gravi conflitti dottrinali per le antiche risorgenti eresie, che seducevano ancora gli spiriti, nonostante le condanne conciliari e papali. Fu particolarmente coinvolto nei dibattiti cristologici, specialmente nella controversia contro Eutiche, a proposito del quale intervenne con la celebre “ lettera a Flaviano”, patriarca di Costantinopoli, esponendo con chiarezza la verità dell’incarnazione di Gesù, vero Dio fattosi uomo per amore degli uomini. I suoi pronunciamenti divennero la base della fede proclamata dai padri riuniti in concilio ecumenico a Calcedonia nel 451.
San Leone, oltre ad essere una voce importante della tradizione dottrinale, fu promotore di pace, assertore dell’unità ecclesiale attorno alla fede nel mistero di Cristo, e fu anche difensore del primato della sede apostolica. La festa della cattedra di Pietro fu istituita per sua iniziativa.
Negli ultimi anni del suo pontificato seppe, con la sua ferma diplomazia, difendere Roma dall’invasione degli Unni, trattando direttamente con Attila, da cui ottenne il ritiro pacifico delle truppe. Meno fortunato fu con i Vandali di Genserico, dai quali, nel saccheggio della città, riuscì soltanto ad ottenere la salvezza degli abitanti.
E’ il primo papa ad avere il titolo di “grande”. Fu in realtà un grande papa, grande per il suo servizio alla Chiesa, e fu anche un grande scrittore: i suoi 96 discorsi e le 173 lettere si segnalano per la profondità e la chiarezza teologica oltre che per la rara eleganza della esposizione. Morì nel 461.