I Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Tradizioni e notizie orali furono raccolte per la stesura di un racconto scritto della vita di santa Rosalia quattro secoli dopo l’epoca in cui visse, il XII secolo. Secondo queste tradizioni, Rosalia, della illustre famiglia dei Sinibaldi, discendente di Carlo Magno, nacque a Palermo. Crebbe a corte, vicino alla regina Margherita, moglie di Guglielmo, re di Sicilia. Ben presto si ritirò a vita ascetica sul monte Pellegrino, che le era stato donato a questo scopo dall’amica regina.
E’ del 1624 il preteso rinvenimento del suo corpo, ma l’antichità del suo culto è attestata da tradizioni che, secondo il bollandista che le raccolse, sarebbero autentiche. La vitalità del culto si stava però spegnendo nel XVII secolo, quando, nelle prime processioni organizzate per scongiurare la peste del 1624, il nome della santa non risulterebbe incluso nelle invocazioni con le quali i palermitani chiedevano la protezione dei loro santi patroni.
La notizia del ritrovamento delle reliquie di Rosalia e dei miracoli operati per sua intercessione, indusse Urbano VIII nel 1630 ad inserire il suo nome nel Martirologio romano. Nella rappresentazione iconografica Rosalia compare con una corona di rose bianche sul capo, un crocifisso e un teschio, simboli della sua vita penitente. La santa eremita è patrona della città di Palermo.