Martedì della settimana della XI Domenica dopo Pentecoste

srosa

Isabella Flores nacque a Lima, in Perù nel 1586, da famiglia benestante di origine spagnola. Fu soprannominata Rosa dalla nutrice india, per la sua incantevole bellezza. A 20 anni, dopo aver letto la vita di santa Caterina da Siena, la prese come modello di vita, e di santa Caterina emulò le stesse esperienze mistiche. Si ritirò a vita contemplativa in un eremitaggio nel suo giardino vestendo l’abito del Terz’Ordine, oggi Laicato Domenicano, dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani). Soffrendo per la situazione umiliante vissuta dagli Indios schiavizzati dagli spagnoli e cercando risposte a questa ingiustizia, le fu svelato il valore redentivo del dolore; di questo fece l’ideale della sua vita, tanto da divenire degna di rivivere nelle sue membra la passione di Cristo.
Dopo la morte dei genitori, dietro invito di due anziani sposi, lasciò la casupola in fondo al giardino e andò ospite nella loro casa, dove regnava silenzio e protezione. Devota della Vergine Maria, invocò dalla sua intercessione la dilatazione della Chiesa nel mondo, in particolare tra gli Indios dell’America.
La sua giovane vita fu arricchita di grazie straordinarie, come il dono dei miracoli e quello della profezia. Morì a Lima il 24 agosto 1617 a soli 31 anni. Fu beatificata nel 1668, proclamata patrona principale dell’America Latina nel 1670 e canonizzata nel 1671.

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