Lunedì della settimana della X Domenica dopo Pentecoste
Nato attorno al 1171 a Caleruega, un villaggio montano della Vecchia Castiglia, educato fino ai 14 anni da uno zio arciprete, Domenico si trasferì poi a Palencia per studiare le arti liberali e poi la teologia nelle celebri scuole di quella città. Terminati gli studi, entrò tra i Canonici regolari della cattedrale di Osma dove viene consacrato sacerdote. Nel 1204, accompagnando in una missione diplomatica il suo vescovo Diego, attraversò la Francia meridionale in mano agli eretici catari. In questa regione il papa Innocenzo III gli chiederà di rimanere e di prestare la sua opera per ricondurre gli erranti alla vera fede.
Saranno anni di intensa attività: predicazione, dibattiti, colloqui personali, opera di persuasione, preghiera e penitenza; mentre Domenico va elaborando il suo progetto di dare alla predicazione forma stabile e organizzata. A Tolosa, nel 1215, con alcuni amici che si era stretti intorno a lui, realizzerà questo progetto fondando l’Ordine dei Frati Predicatori; nel quale alla povertà evangelica e alla predicazione ambulante si aggiungeva anche lo studio accurato.
Domenico voleva infatti formare delle comunità che fossero centri di studio, fucine di cultura sacra e preparassero con ogni cura i missionari, gli annunciatori del vangelo di Gesù. Per l’approvazione dovette scegliere una regola già esistente, e la scelta cadde sulla Regola di sant’Agostino. Nel 1218 Onorio III darà al nuovo Ordine l’approvazione ufficiale e definitiva. Domenico disseminerà i suoi figli in tutta Europa, inviandoli soprattutto nei centri universitari più importanti del tempo: Parigi e Bologna. E prodigherà tutte le sue energie alla diffusione della sua opera, fino alla morte che lo colse, estenuato dal lavoro apostolico e dalle penitenze, nell’amato convento di Bologna il 5 agosto del 1221.
Gregorio IX, che gli era legato da profonda amicizia, lo canonizzerà nel 1234. San Domenico è rappresentato spesso con una stella in fronte, simbolo della sapienza, con il libro, per il suo amore alla Scrittura, e con un giglio, emblema della purezza ma anche del suo culto alla Vergine. Le sue reliquie si custodiscono nella preziosa arca marmorea scolpita da Nicola Pisano in una cappella della chiesa di S. Domenico, in Bologna. Il popolo bolognese lo riconosce come “ Patrono e Difensore perpetuo della città”.