Mercoledì della settimana della I domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore
Nata a Crescenzago (Milano) l’8 novembre 1867. Cresce in un ambiente disordinato e irreligioso, e spesso subisce le molestie del nuovo convivente della madre; a vent’anni, il 31 agosto del 1887, Eugenia scappa da casa ed entra nella famiglia religiosa delle Piccole figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Nel giugno del 1911 viene eletta Superiora generale e nonostante la tisi ossea che le provocherà l’amputazione della gamba destra, Suor Eugenia si mostrerà sempre disponibile e serena. Durante il suo governo, e particolarmente durante la grande guerra, l’impegno della famiglia religiosa viene rilanciato all’insegna della carità e della educazione delle giovani che risiedono nel convitto. La sua fama di santità si conserva, anzi andrà aumentando dopo la morte, avvenuta il 7 settembre 1921. Il suo ricordo è celebrato nella Arcidiocesi di Milano.
Oggi si ricorda anche san Grato, vescovo.
Resse la Chiesa di Aosta nella seconda metà del V secolo, succedendo ad Eustasio. Alcuni ritengono che fosse greco di origine, come il predecessore, e che come lui abbia ricevuto educazione e formazione ecclesiastica nel cenobio eusebiano di Vercelli. Aosta in realtà, prima di Eustasio che ne fu il protovescovo, era compresa nel territorio della Chiesa vercellese. Partecipò, come rappresentante della Chiesa di Aosta al concilio provinciale convocato a Milano nel 451 dal vescovo Eusebio, come risulta dalla sua firma sulla lettera che il concilio indirizzò al papa san Leone Magno. Durante il suo ministero pastorale, Grato partecipò alla traslazione del martire tebeo sant’Innocenzo, alla quale erano presenti anche i vescovi di Agauno e di Sion. Non si conosce l’anno della morte. Nella breve iscrizione sepolcrale è riportato solo il giorno della sua deposizione: il 7 settembre. Nel sec. XIII le sue reliquie furono trasportate dalla collegiata di S. Orso alla cattedrale e deposte in una preziosa urna d’argento e rame dorato. Da allora il suo culto si diffuse anche oltre i confini della diocesi. I montanari lo venerano tuttora come protettore dei campi e dei prodotti agricoli.