Sabato della II settimana di Avvento

s. giovanni di dio

Nato a Montemoro Novo, nella diocesi portoghese di Evora nel 1495, Giovanni, nei primi quarant’anni della sua vita, fece varie esperienze: fu pastore, contadino, soldato sotto gli stendardi dell’imperatore Carlo V, venditore ambulante, sovrintendente agli schiavi in Marocco, venditore di libri religiosi a Gibilterra. Si convertì seriamente al vangelo a seguito di un sermone del beato Giovanni di Avila.
Nel 1540 si stabilì a Granada, dopo aver distribuito per la strada ai poveri tutti i suoi beni al grido di: “Fate il bene, fratelli!”. Preso per pazzo, fu rinchiuso in un ospedale, dove si rese conto della pessima assistenza ai ricoverati. Liberato, fondò e organizzò un suo ospedale, dove si prestava servizio per amore, si osservavano le più rigorose norme igieniche e si seguivano sicure nozioni sanitarie. In pochi anni il suo ospedale di Granada divenne il primo esempio di un’istituzione moderna, organizzata secondo criteri di efficienza e di previdenza.
Fondò l’Ordine dei Fratelli Ospedalieri, detto anche dei Fatebenefratelli. Morì nel 1550, e venne canonizzato nel 1690. Fu dichiarato patrono dei malati e degli ospedali nel 1886.

La Chiesa ortodossa ricorda oggi il beato archimandrita di Neamt Paisij Velickovskij (1722-1794), riformatore del monachesimo russo, che fece rifiorire in Romania e in Russia lo spirito esicasta, in particolare con la ripresa della “preghiera di Gesù”. È stato canonizzato nel 1988, in occasione del millennio della conversione della Russia al cristianesimo.

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