La commemorazione di tutti i fedeli defunti segue immediatamente alla solennità di Tutti i Santi quasi formando un’unica celebrazione: infatti è sempre il mistero di Cristo che si celebra, della cui santità partecipano i santi del cielo e della terra, nella cui resurrezione vivono tutti i morti che hanno creduto in lui, del cui corpo siamo parte anche noi vivi, ancora pellegrini verso il regno. In questa universale comunione, la commemorazione di oggi non è una memoria triste, ma è la celebrazione pasquale di una circolazione di grazia che, alimentata dalla sorgente inesauribile dell’Amore che ha trionfato sulla morte, supera ogni barriera e unisce il cielo e la terra nella lode al Signore e nell’invocazione della sua misericordia, tenendo accesa la speranza nella vita senza fine per tutti.
La commemorazione dei defunti appare già nel IX secolo, in continuità con l’uso monastico più antico di consacrare un giorno alla preghiera per i defunti. Fu l’abate di Cluny, Odilone, a fissare la data al 2 novembre e istituire un ufficio liturgico proprio, per ricordare i fratelli della comunità che avevano già terminato il loro pellegrinaggio terreno. Grazie alla grande influenza dei monaci cluniacensi questa celebrazione si estese rapidamente fino a diventare prassi comune in tutta la Chiesa latina.