Mercoledì della settimana della Dedicazione del Duomo

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Giovanni, detto Giantudesco perché il padre era un barone tedesco trapiantato in Italia, nacque a Capistrano, paese posto tra i monti abruzzesi del Gran Sasso, agli inizi del XIV secolo. Distrutta completamente la sua famiglia per rivalità di paese, compì brillantemente gli studi di diritto in un Collegio dell’Università di Perugia, dove nel 1413 divenne luogotenente del podestà. Dopo movimentate vicende nella guerra tra Perugia e i Malatesta di Rimini, in cui fu anche incarcerato, per ispirazione di san Francesco maturò improvvisamente la scelta di entrare tra i frati francescani, a Monteripido, un Convento di stretta osservanza guidato da Bernardino da Siena.
All’interno dell’Ordine ricevette importanti incarichi e molto viaggiò in Italia e in tutta Europa, predicando e affrontando varie e gravi situazioni critiche della storia contemporanea, in particolare la riforma dei francescani, l’unità della Chiesa, insorgenti moti ereticali, e – infine – l’avanzata dei turchi verso il centro dell’Europa. Di fronte a questo pericolo incombente partecipò all’organizzazione della crociata in difesa dell’occidente cristiano: egli stesso fu presente nella battaglia di Belgrado dal 14 al 22 luglio 1456, vinta dai cristiani.
Una malattia contratta durante questa guerra e trascurata lo portò alla morte, a Vilek in Jugoslavia, il 23 ottobre 1456. Uomo eccezionalmente dotato dal punto di vista intellettuale, di carattere focoso e tagliente, ebbe un modo tutto singolare di incarnare lo spirito di san Francesco.
Proclamato santo a furor di popolo, non ebbe però il riconoscimento canonico se non dopo 234 anni.

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