Sant'Apollinare, vescovo e martire
Primo vescovo di Ravenna, Apollinare visse verso la metà del II secolo. Antiche iscrizioni cristiane trovate a Classe indicano la chiesa ravennate già organizzata in età molto remota. Le più antiche fonti in cui si trova notizia di Apollinare sono di carattere liturgico: lo cita il Martirologio Geronimiano, riportando una nota di un antico calendario italico, con la denominazione di “confessore” e “sacerdote ”. Sobrie sono anche le notizie che ci dà di lui Pier Crisologo nel suo sermone 128, in cui leggiamo che Apollinare fu il primo vescovo di Ravenna, che lavorò duramente per la sua Chiesa, soffrendo per essa lunghi e ripetuti tormenti e che, anche se non morì di morte violenta, lo si deve tuttavia considerare vero “martire”, anzi l’unico vero martire della Chiesa ravennate.
Dopo il Crisologo una Passio sancti Apollinaris trasmette molte altre notizie: Apollinare sarebbe un antiocheno mandato ad evangelizzare Ravenna dallo stesso apostolo Pietro. A Ravenna predica il Vangelo e compie molti miracoli. Esiliato, continua la sua opera di evangelizzazione in Oriente. Tornato a Ravenna vi subisce persecuzioni e tormenti e muore per le ferite riportate il 23 luglio. Questa fonte, considerata da alcuni studiosi del tutto inattendibile in quanto rifletterebbe i motivi polemici della lotta per l’autocefalia di Ravenna contro la Chiesa romana (666), è stata parzialmente rivalutata per alcuni elementi degni di fede che vi si ravvisano: della tradizione dei viaggi di Apollinare in Oriente si vede una indiretta conferma nella condizione degli episcopi vagi, conosciuta da altre fonti, ed anche un’allusione ai molti orientali che vivevano anticamente a Classe tra i quali il santo dovette svolgere il suo apostolato.
Anche la missione petrina, storicamente inammissibile, farebbe supporre che la leggenda sia nata piuttosto dalle mire antimilanesi della Chiesa di Ravenna, ben più antiche del 666. Il culto di sant’Apollinare ebbe singolari attestazioni a Ravenna, nella celebre Basilica di Classe, splendida nei suoi mosaici, che ne porta il titolo e ne custodisce le reliquie. Ma si diffuse rapidamente non solo in Italia, come a Roma e a Milano, ma anche in Germania. Sant’Apollinare è venerato come patrono dell’Emilia-Romagna.
Elia profeta – (IX secolo a. C.) Come lasciano intendere gli evangeli nell’episodio della trasfigurazione, Elia è ricordato come il rappresentante più emblematico della tradizione profetica ebraica. Visse nel IX secolo a. C.; in un tempo di grande crisi della fede nel Signore Dio d’Israele, promosse la riforma Jahvista contro l’idolatria dilagante.
Le sue parole di fuoco contro l’idolatria e le ingiustizie dei potenti, lo condussero al celebre scontro con i profeti di Baal sul monte Carmelo. Ma la persecuzione che egli subì a seguito della sua momentanea vittoria sugli idolatri lo aiutò a comprendere, grazie alla voce silenziosa con cui Dio gli parlò sull’Oreb, che il Dio che è fuoco divorante è anche pace, silenzio, tenerezza. Rinnovato da questa ulteriore esperienza, Elia portò a termine la sua missione nel Regno del Nord e fu rapito in cielo, secondo il racconto biblico, a significare che lo spirito di Elia continuerà sempre a essere presente nella storia del suo popolo. Israele attende il suo ritorno alla venuta del Messia.
Lo stesso giorno si ricorda: santa Margherita di Antiochia, martire del IV sec. Il nome autentico della santa vergine e martire di Antiochia è Marina ma il suo culto in Occidente si diffuse sotto l’appellativo di Margherita. Figlia di un sacerdote pagano, rimasta orfana di madre, fu allevata da una nutrice cristiana che la istruì nella fede di Cristo portandola al battesimo. Il governatore della provincia pensò di prenderla in moglie, ma Margherita si dichiarò subito cristiana. A nulla valsero, per indurla ad apostatare, le promesse allettanti prima, le minacce poi. Fu torturata, gettata in carcere, sottoposta a vari tormenti e infine decapitata.