Natività di san Giovanni Battista - solennità

 

Quando nel IV secolo la nascita di Gesù venne fissata al solstizio d’inverno, quella di Giovanni, per rispettare la lettera del racconto evangelico, venne collocata nel solstizio d’estate, esattamente sei mesi prima del Natale, quando le giornate cominciano ad accorciarsi; a confermare fin dall’inizio – dicono i Padri – la testimonianza che Giovanni darà a Cristo: Egli deve crescere, e io diminuire.

Ma Colui che, di fronte all’Atteso che viene, scompare, il Precursore che, nel suo nascere, vivere e morire, è unicamente in funzione dell’annuncio che porta, è “il più grande tra i nati di donna”, secondo l’elogio stesso di Gesù; e come tale la liturgia, unico tra tutti i santi, lo celebra sia nella nascita che nella morte. Frutto della promessa di Dio, egli venne, novello Elia, per preparare al Signore un popolo ben disposto. E dell’attesa visse fin dal seno materno la gioia – come l’“amico dello sposo” – e insieme il rigore della conversione, dimorando nell’aridità del deserto dove nella solitudine, nell’ascesi e nella preghiera si preparò alla sua missione.

Quando iniziò la sua predicazione di fuoco, rapidamente la fama del nuovo profeta si diffuse in tutto il paese. “Veniva a lui tutta la Giudea e tutti quelli di Gerusalemme – dice il Vangelo – e si facevano battezzare nel Giordano”. E tra la folla dei penitenti venne a lui anche Gesù, l’Innocente, che Giovanni riconobbe e indicò come “l’Agnello di Dio”, Colui che porta il peccato del mondo, l’atteso Messia.

Del Messia Giovanni fu precursore anche nella morte innocente, che subì come testimone della verità. Giovanni Battista, fin dagli inizi del monachesimo, è sempre stato venerato con particolare amore dai monaci, che riconoscono in lui un modello e un ispiratore luminoso nella loro ricerca di accogliere il Veniente, il Signore che continua a venire a visitare il suo popolo.

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