San Bonifacio, vescovo e martire
Bonifacio è il grande apostolo della Germania, ma estese la sua azione missionaria anche nel regno dei Franchi.
Wilfrido – era questo il suo nome di battesimo – era nato circa il 675 a Wessex, nell’Inghilterra sud occidentale, e fu monaco benedettino a Exeter e a Nursling, dove divenne abate. Desideroso di portare l’evangelo alle popolazioni delle regioni germaniche oltre il Reno, dopo aver compiuto, senza successo, un primo viaggio nella Frisia, nel 716, venne investito da papa Gregorio II della missione evangelizzatrice della Germania. Passò dalla Turingia alla Frisia, soggetta ai Franchi, e vi operò le prime conversioni.
Nel 722 il papa lo chiamò a Roma per consacrarlo vescovo non di una diocesi, ma di tutta la regione oltre il Reno, legato direttamente al papa come vescovo suburbicario della diocesi di Roma. Il successore nella sede apostolica, papa Gregorio III, gli affidò inoltre la missione di portare l’evangelo in Baviera. Per poter adempiere alla sua missione di evangelizzatore, Bonifacio domandò a papa Zaccaria l’immunità pontificia per la fondazione del monastero di Fulda, che divenne il centro propulsore della spiritualità e della cultura religiosa della Germania. Venne assassinato durante la celebrazione della messa con 52 compagni dai Frisoni, ai quali portava il vangelo, presso Dokkum: era il 5 giugno 754, solennità di Pentecoste. Il suo corpo riposa nell’abbazia di Fulda.
La vastità del suo impegno missionario, che lo mise in relazione con papi e re, gli attribuì un’influenza a dimensione europea, che permise il passaggio della storia del papato dal periodo bizantino a quello franco.