Natale del Signore - Solennità del Signore con ottava

 

E’ a partire dal IV secolo che si celebra in occidente la festa del Natale come festa distinta. In questa data, il 25 dicembre, solstizio d’inverno, si celebrava nel mondo romano la festa del sol invictus. Istituendo la memoria della nascita di Gesù in questo giorno, i cristiani hanno valuto affermare che è Cristo il vero sole di giustizia, che viene a illuminare le tenebre del mondo. Ma a fissare la solennità del Natale il 25 dicembre ha concorso anche la coincidenza del termine del nono mese, a partire dal 25 marzo, ritenuto nel III e IV secolo il giorno della incarnazione. La data ha perciò un valore simbolico, non storico, cadendo appunto nel momento dell’anno che segna il prevalere della luce del sole sulle tenebre.

Con la celebrazione del Natale la comunità cristiana contempla il mistero insondabile dell’unione del Verbo di Dio con la natura umana. È l’Eterno, l’Infinito, l’Onnipotente che si “abbrevia”, entra nello spazio e nel tempo e si riveste dell’umana debolezza. Incarnandosi, il Verbo che era all’origine di tutte le cose, “tutte create per mezzo di lui”, assume in se stesso e rinnova non solo l’umanità, ma tutto il cosmo. Tutta la creazione entra per lui nel piano della redenzione. Al centro della festa di oggi celebriamo, con il Figlio, Maria, la Vergine Madre, che ha accolto, credendo, la Parola di Dio e ha portato in sé, nel silenzio, il grande mistero del Dio fatto uomo.

San Leone Magno così si rivolge ai fedeli in questo giorno: “ Oggi, dilettissimi, ci è nato il nostro Salvatore: esultiamo. Poiché non può esservi tristezza quando nasce la vita (…). Riconosci, o cristiano, la tua dignità: divenuto partecipe della divina natura, non volere con una condotta indegna ritornare all’antica abiezione. Ricorda di qual capo e di qual corpo sei membro. Strappato dalla potestà delle tenebre, sei stato trasferito nella luce e nel regno di Dio”. E in una riflessione sul Natale così si esprime sant’Agostino: “In principio era il Verbo; se non avesse avuto una generazione anche umana, noi non saremmo mai pervenuti alla rigenerazione celeste. Nacque affinché noi rinascessimo. Come Cristo è nato, nessuno dubiti di rinascere; è stato generato Lui che non aveva bisogno di essere rigenerato. Si estenda anche fino a noi la sua misericordia. La Madre lo portò nel seno, portiamolo anche noi nel nostro cuore. La Vergine ha partorito il Salvatore: l’anima nostra partorisca la nostra salvezza”.
 

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