Santi Quirico e Giulitta
Testimone della prima ora, Giulitta, cristiana della Cappadocia, consumò a Tarso il suo martirio, intorno al 307, durante la persecuzione di Diocleziano. Ella aveva fatto ricorso all’imperatore contro i soprusi di un usurpatore del suo patrimonio ma, non essendo riconosciuto ai cristiani alcun diritto, avrebbe potuto usufruire della protezione della legge soltanto se avesse abiurato alla sua fede e avesse sacrificato agli idoli. Giulitta si dichiarò invece disposta non solo a rinunciare ai suoi beni, ma anche alla vita. Di fronte alla sua ferma professione di fede, il giudice la condannò al rogo.
Quirico era il suo bambino. La Leggenda aurea racconta che il governatore glielo condusse davanti, quale estremo strumento di persuasione. Ma la madre non si piegò e prodigiosamente Quirico si unì alla sua stessa professione di fede. Allora fu ucciso davanti agli occhi di lei, che lo seguì subito dopo nella gloria del martirio. Il racconto della passione del piccolo Quirico e di sua madre Giulitta ebbe tale diffusione da essere presto arricchito di particolari fantastici, ma l’estensione del culto è sicura garanzia dell’autenticità storica del loro martirio, che troviamo celebrato anche nelle omelie dei Padri cappadoci.
La Chiesa Luterana ricorda oggi Giovanni Taulero, frate domenicano del XIV secolo, morto a Strasburgo nel 1361. Vissuto in un’epoca di grandi conflitti in seno al suo Ordine, e di decadenza della vita cristiana, costituì gruppi di cristiani impegnati, chiamati “amici di Dio”, dediti a una vita di fede e di preghiera ispirata alla mistica di Meister Eckhart. Di lui rimane una raccolta di Sermoni.
La Chiesa copta fa memoria del profeta Samuele (XI secolo a.C.). La Chiesa Maronita del profeta Osea (VIII secolo a.C.).