San Pietro Canisio, sacerdote e dottore della Chiesa
Nacque a Nimega nel 1521, l’anno della Dieta di Worms (che condannò le tesi di Lutero) e della conquista di Pamplona (in cui Ignazio di Loyola venne gravemente ferito e indotto a cambiare vita), da famiglia nobile e saldamente legata all’ortodossia cattolica. Studiò teologia all’università di Colonia, ed entrò in relazione con i circoli dell’umanesimo devoto olandese, a Lovanio. A ventidue anni entrò nella Compagnia di Gesù, da poco costituita e approvata da papa Paolo II nel 1540.
Ordinato prete nel 1546, visse alla scuola di Ignazio di Loyola fino al 1549, quando – dopo aver emesso i voti quale ottavo membro della Compagnia di Gesù – venne inviato in Germania. Per la sua opera pastorale, essendo all’origine del terzo insediamento dei Gesuiti nel nord Europa, dopo Parigi e Lovanio, poté essere chiamato “il secondo apostolo della Germania ”, dopo san Bonifacio. Egli stesso, che visse con grande intensità questo mandato, scrive nel diario spirituale: “Il mio desiderio era di vivere e di morire per la Germania, e io dovrò collaborare, per così dire, con l’Angelo dei Tedeschi [S. Michele] ”. Qui le comunità cristiane erano scosse in quegli anni dai conflitti conseguenti al diffondersi della Riforma luterana e afflitte dalla decadenza della vita religiosa. Egli si prefisse il compito di attuare la riforma della Chiesa cattolica voluta dal Concilio di Trento. Al Concilio stesso, nelle sessioni di Trento e di Bologna, aveva partecipato come teologo personale dell’arcivescovo di Augusta. Il suo scritto più noto è Il Catechismo, che ebbe larga diffusione. Morì a Friburgo il 21 dicembre 1597.