Sant'Ireneo, vescovo e martire
Il 28 giugno la Chiesa celebra la memoria di sant’Ireneo, vescovo e martire del II secolo.
Nato a Smirne in Asia Minore verso il 130, fu ammiratore e discepolo di Policarpo che gli trasmise la dottrina che a sua volta aveva appreso dagli Apostoli. Emigrato in Francia, divenne presbitero della Chiesa di Lione e, alla morte del vescovo martire Potino, fu chiamato a succedergli nella cattedra lionese. Fedele al suo nome, si adoperò per la rappacificazione delle Chiese già segnate dalle divisioni e dalle controversie e svolse un’intensa attività missionaria tra le popolazioni della Gallia, correggendone le deviazioni dalla fede apostolica.
Compose scritti di alto valore teologico, narrando con grande passione l’esperienza di fede della Chiesa, la bontà infinita di Dio Padre, la bontà delle realtà create e dell’uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, chiamato a diventare sua gloria vivente sulla terra. Come si tramanda, intorno all’anno 200 coronò col martirio il suo servizio al Vangelo della riconciliazione e della pace.
Il 28 giugno 1528 muore sul monte Soratte Paolo Giustiniani, monaco . Nato nel 1476 da una ricca famiglia veneziana e formato alla scuola dei grandi umanisti del tempo, entrò dapprima con altri due compagni veneziani nell’Eremo di Camaldoli. Proseguendo poi la sua ricerca di una solitudine radicale che fosse veramente per la Chiesa e la società un’efficace “predicazione senza parole”, nel 1520 abbandonò Camaldoli per dare vita alla “compagnia degli eremiti di san Romualdo”, oggi noti come Eremiti camaldolesi di Monte Corona.