Beate Caterina e Giuliana del Sacro Monte di Varese, XV secolo

Caterina nacque a Pallanza dalla nobile e ricca famiglia dei Morigi; ancora fanciulla rimase orfana perché un’epidemia le tolse i genitori e i fratelli. Accolta da una certa Caterina del Silenzio di Milano, fu formata ad una intensa vita spirituale, cosicché sorse ben presto in lei il desiderio di consacrarsi totalmente a Dio. Sentendo che il Signore le indicava il Sacro Monte di Varese come luogo di preghiera, vi salì e si unì alle eremite che vivevano accanto al santuario mariano che, secondo la tradizione, era stato fondato da sant’Ambrogio. Poco dopo, in seguito ad una terribile epidemia, tutte le eremite morirono e Caterina, il 24 aprile 1452, decise di continuare da sola il cammino eremitico addentrandosi con intensa partecipazione nella contemplazione della passione di Cristo.
 
Dopo due anni, il 14 ottobre 1454, si unì a lei Giuliana Puricelli di Busto-Verghera, nata nel 1427 da una famiglia di poveri contadini. Giovane semplice e di grande docilità visse alla scuola di Caterina, che sviluppò in lei i carismi che possedeva: l’umiltà, la povertà, la carità, l’obbedienza e la purezza. La loro vita trascorreva nella preghiera, nella penitenza e nell’assistenza ai pellegrini che salivano al vicino santuario mariano. Verso il 1460 si unirono a loro altre compagne, e Caterina, per dare stabilità alla comunità, chiese al papa l’autorizzazione di professare la regola di sant’Agostino, di osservare le costituzioni di sant’Ambrogio ad Nemus di Milano e recitare l’ufficio in rito ambrosiano. L’autorizzazione giunse il 1° novembre 1474 e il 10 agosto 1476 le eremite poterono fare la loro professione religiosa e, passando alla vita cenobitica, elessero Caterina come loro abbadessa. Ebbe origine così il monastero di S. Ambrogio e S. Maria del Monte sopra Varese.
 

Caterina morì il 6 aprile 1478

 

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