Festa
Padre del monachesimo d’Occidente, dichiarato patrono d’Europa nel 1964 con la Lettera apostolica “Pacis nuntius” di Paolo VI, Benedetto nacque a Norcia attorno al 480. Inviato a Roma per gli studi letterari, se ne allontanò ben presto, “desideroso di piacere solo a Dio”.
Visse ad Affile questo primo distacco in forma semianacoretica, ma anche da qui fuggì dopo un miracolo (il vaglio rotto dalla nutrice e da lui ricomposto) che rendendolo celebre, gli impediva di restare nell’amata solitudine. Si diresse verso i monti di Subiaco, dove fece esperienza di eremitismo, abitando in una grotta. Visse poi per un certo tempo la forma cenobitica, che si rivelò fallimentare nella riforma del monastero di Vicovaro.
Ripresa la via della solitudine, fu raggiunto ben presto da alcuni giovani desiderosi di condividerne la vita. Fondò così ben tredici monasteri, con a capo di ognuno un abate. Ma ancora una volta l’invidia per la sua vita esemplare lo costrinse ad abbandonare quei luoghi e lo spinse fino a Cassino, dove sul monte, un tempo luogo di culto profano, edificò un monastero.
Qui mentre la vita cenobitica si consolidava anche alla prova del tempo, Benedetto scrisse la Regula monasteriorum, “segnalata per discrezione e limpida per dettato”, come ebbe a dire Gregorio Magno nel II libro dei Dialoghi, c. 36. Proprio in questo secondo libro, tutto dedicato alla narrazione della vita di Benedetto, Gregorio racconta i prodigi e i miracoli compiuti dal santo, presentandolo come un modello vivente, una parola di Vangelo.
Secondo un’antica tradizione, Benedetto morì il 21 marzo 547, festeggiato fino alla recente riforma liturgica come il giorno del transitus.
La festa odierna cade del giorno della traslazione delle sue reliquie in Francia. Codice spirituale per tutti i cristiani, oltre che per i monaci, la Regola è una piccola summa dell’Evangelo.
“Ascolta, figlio mio, i precetti del maestro, piega l’orecchio del tuo cuore, accogli con docilità e metti concretamente in pratica gli ammonimenti che ti vengono da un padre pieno di comprensione; cosicché tu possa per laboriosa obbedienza tornare a Colui dal quale ti eri allontanato per l’inerzia della disobbedienza… Lasciamoci cogliere da stupore di fronte alla Parola divina che ogni giorno grida a noi esortatrice: Oggi, se udite la sua voce, non indurite il vostro cuore… Ecco, nella sua misericordia il Signore apre dinanzi a noi la via della vita… ” (Regola, Prologo, vv. 1-3; 9-10; 20).