Venerdì della settimana della III Domenica dopo l’Epifania
Nasce a Desenzano del Garda nel 1474 da una famiglia di umili contadini. Educata cristianamente dal padre, nutrì fin da ragazza il desiderio di una profonda vita di preghiera e di carità. Rimasta orfana a 15 anni, entrò nel Terz’Ordine francescano, abbracciando con radicalità una vita di povertà e raccoglimento. Incominciò presto a raccogliere intorno a sé delle fanciulle alle quali proponeva una vita integralmente evangelica, l’esercizio concreto della carità e l’ideale della verginità consacrata senza l’isolamento del monastero.
Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa e a Roma, si trasferì a Brescia, dove attirò a sé moltissime persone, dalla nobile matrona all’umile persona del popolo ed ebbe una grandissima influenza spirituale sugli abitanti della città. Attorno al 1530 si stabilì presso la chiesa di Sant’Afra e diede inizio ad una compagnia di donne che si proponeva di riattualizzare l’esperienza delle primitive comunità cristiane: la chiamò “Compagnia delle dimesse di sant’Orsola”. Si chiamavano “dimesse” perché non vestivano il nobile abito delle monache e di “sant’Orsola”, perché senza la protezione delle mura del monastero dovevano vivere nel mondo e restare fedeli a Cristo come sant’Orsola che aveva saputo affrontare il martirio insieme alle sue undici compagne.
In un tempo in cui l’istruzione era appannaggio degli uomini o delle famiglie ricche, Angela e le sue prime compagne fondarono un’opera specifica per la formazione delle ragazze, specialmente le più povere. Per loro sorsero le Orsoline chiamate poi “collegiali” perché specializzate appunto nella fondazione e direzione di convitti e collegi per ragazze. Angela, vedendo crescere sempre di più attorno a sé una famiglia desiderosa come lei di servire Cristo in ogni bisognoso, durante la sua vita fondò ben ventiquattro rami diversi di Orsoline; per tutte vale la Regola dettata da Angela in dodici semplici articoli, dove spicca un amore sconfinato a Cristo, che si attua quotidianamente nel servire il prossimo in ogni suo bisogno, materiale intellettuale o spirituale.
Morì a Brescia il 27 gennaio 1540, quando ormai la sua fama era giunta ben al di là del territorio bresciano.
Morì a Brescia il 27 gennaio 1540, quando ormai la sua fama era giunta ben al di là del territorio bresciano.
Nelle diocesi di Milano, Lugano e Novara si ricorda oggi il beato Manfredo Settala, sacerdote.