Dedicazione del Duomo, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani
Solennità del Signore
Il 20 ottobre 1577, terza domenica del mese, san Carlo Borromeo consacrò l’attuale Duomo di Milano. La data scelta rientra nella più antica tradizione liturgica della chiesa ambrosiana, al tempo in cui esistevano ancora due cattedrali di Milano, quella estiva di S. Tecla (edificata nel 453, dopo la distruzione della precedente cattedrale per l’invasione di Attila) e quella invernale di S. Maria Maggiore (edificata nell’836, e dedicata il 15 ottobre, terza domenica d’ottobre di quell’anno). La stagione “invernale” iniziava appunto in questa ricorrenza. Le fonti storiche attestano che l’evento non ebbe l’eco popolare che il santo vescovo auspicava, probabilmente a motivo della perdurante epidemia della peste.
La solennità della Dedicazione della chiesa cattedrale è l’occasione privilegiata in cui la diocesi esprime la sua coscienza di comunità di fede, radunata attorno al vescovo e costruita, in forza dei sacramenti, come corpo di Cristo e tradizione, attraverso i tempi, della sua Parola e del suo amore che raduna i molti in uno. Tale mistero la impegna ad essere chiesa missionaria: ed è il richiamo della Giornata missionaria mondiale che si celebra domenica prossima.
Oggi si ricorda San Paolo della Croce
Paolo Francesco Danei, è una delle figure di santità più luminose del secolo XVIII, epoca dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese.
Nacque a Ovada, in Piemonte. È il fondatore della Congregazione dei Chierici Scalzi della S.ma Croce e Passione di N.S.G.C. – Passionisti -, nel ramo maschile e femminile, di ispirazione eremitica e caratterizzata da uno stile di grande austerità, e spirito di servizio, soprattutto verso i poveri e gli infermi. In seguito a quella che egli stesso chiama la sua “seconda conversione” (1714), avvertì un forte impulso a dedicarsi totalmente a Dio.
Ebbe in quell’epoca una forte esperienza mistica, in cui percezione della sua nuova vocazione e conoscenza del mistero della passione di Cristo si intrecciano intensamente: “Mi vidi in spirito vestito di nero fino a terra, con una croce bianca in petto e sotto la croce c’era scritto il nome santissimo di Gesù” . Ventiseienne, si ritirò, con l’approvazione del vescovo di Alessandria, Gattinara, presso S. Carlo di Castellazzo Bormida, in una chiesetta solitaria, solo sostenuto dalla quotidiana partecipazione all’Eucaristia.
In questo periodo scrisse un diario e una regola sulla base della quale iniziò una forma di vita eremitica e insieme apostolica, che progressivamente prese forma e raccolse adepti in tutta Italia, avendo la sua culla sull’Argentario. Si mosse infatti per molte regioni italiane aprendo “ritiri” in moltissimi luoghi. Morì a Roma, dove nel 1773 aveva aperto un “ritiro” presso la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
La sua dottrina spirituale è all’inizio di una vera e propria corrente di spiritualità, caratterizzata da viva e umile devozione alla Passione di Gesù, un misto di “amore doloroso e di dolore amoroso” (dalle sue “Lettere”).
Oggi si ricorda anche santa Laura di Cordova del sec. IX; nata a Cordova in Spagna, Laura si sposò ma divenne presto vedova. Entrò allora in convento a Cuteclara e si fece monaca. Nell’864 fu catturata dai mori e per non aver rinnegato la sua fede cristiana morì martire immersa nell’acqua bollente.