San Lorenzo, vescovo e martire

 
Le notizie della vita e del martirio di san Lorenzo si trovano in una Vita di san Gaudenzio, protovescovo di Novara, scritta nell’VIII secolo, ma che riferisce i fatti del secolo IV.
Secondo questa Vita, da Ivrea dove era nato, Gaudenzio andò a Novara, dove trovò il prete Lorenzo, venuto da regioni occidentali, che istruiva nella fede cristiana dei giovinetti che poi battezzava in un battistero da lui costruito fuori della città. Un giorno, alcuni pagani lo assalirono e lo uccisero assieme ai fanciulli che aveva con sé. Il nome di Lorenzo si trova nella lista dei vescovi di Novara, scritta su due dittici, conservati uno nella cattedrale, e l’altro nella chiesa di S. Gaudenzio.
In onore del nostro santo fu eretta una basilica, e qui venne sepolto con i fanciulli martiri. Ora i loro resti si trovano sotto il nuovo altare a lui dedicato nella cattedrale.
 
Lo stesso giorno si ricorda anche san Ciriaco di Gerusalemme. Fu vescovo di Ancona verso la metà del IV secolo: il suo episcopato coincise con il fecondo espandersi del cristianesimo in quella regione, dopo la persecuzione, nel clima della pace costantiniana. Le notizie su di lui sono quasi tutte leggendarie. Prima del suo ministero nella Chiesa anconetana, Ciriaco avrebbe fornito a sant’Elena le indicazioni necessarie per rintracciare sul Calvario, nel fondo di una cisterna, i resti delle tre croci innalzate il venerdì della Passione. Dopo il ritrovamento, il giovane palestinese si sarebbe convertito al cristianesimo, iniziando un’intensa attività di predicazione presso i suoi connazionali. Lasciata la Palestina, sarebbe poi giunto attraverso il mare ad Ancona.
 
 

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