Dedicazione del Duomo, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani
Solennità del Signore
Il 20 ottobre 1577, terza domenica del mese, san Carlo Borromeo consacrò l’attuale Duomo di Milano. La data scelta rientra nella più antica tradizione liturgica della chiesa ambrosiana, al tempo in cui esistevano ancora due cattedrali di Milano, quella estiva di S. Tecla (edificata nel 453, dopo la distruzione della precedente cattedrale per l’invasione di Attila) e quella invernale di S. Maria Maggiore (edificata nell’836, e dedicata il 15 ottobre, terza domenica d’ottobre di quell’anno). La stagione “invernale” iniziava appunto in questa ricorrenza. Le fonti storiche attestano che l’evento non ebbe l’eco popolare che il santo vescovo auspicava, probabilmente a motivo della perdurante epidemia della peste.
La solennità della Dedicazione della chiesa cattedrale è l’occasione privilegiata in cui la diocesi esprime la sua coscienza di comunità di fede, radunata attorno al vescovo e costruita, in forza dei sacramenti, come corpo di Cristo e tradizione, attraverso i tempi, della sua Parola e del suo amore che raduna i molti in uno. Tale mistero la impegna ad essere chiesa missionaria: ed è il richiamo della Giornata missionaria mondiale che si celebra domenica prossima.
Oggi si ricorda san Luca evangelista
La testimonianza dei primi secoli (Ireneo, il canone di Muratori, Tertulliano) sembrano concordi nel riconoscere in Luca l’autore del terzo Evangelo e degli Atti degli Apostoli. Originario di Antiochia in Siria, Luca scrive per i cristiani provenienti dal paganesimo. Discepolo e compagno di Paolo nei suoi viaggi missionari, rimane con lui durante le due prigionie romane, quando tutti gli altri lo abbandonarono (II Tim. 4,9-11).
Pare fosse medico di professione; era comunque una persona di notevole sensibilità e cultura che sapeva usare con raffinatezza i mezzi espressivi che possedeva. Buon conoscitore della lingua greca, non sembra che conoscesse altrettanto bene la lingua e le tradizioni ebraiche. Si presume pertanto provenisse da una comunità del mondo ellenico. Per confermare la fede dei cristiani venuti dal paganesimo raccolse, come egli stesso attesta, tutte le fonti scritte e orali che già circolavano nelle diverse comunità cristiane e compose “un racconto ordinato ” della vita e degli insegnamenti di Gesù, il Salvatore di tutti gli uomini.
Luca nel suo vangelo, mette in luce l’amore misericordioso di Dio per l’umanità e soprattutto la predilezione di Gesù per i poveri e i peccatori. Centrali nel suo vangelo sono le parabole del ricco epulone e del figlio prodigo. A tutti comunque è rivolto l’invito a vivere una vita di povertà condividendo i propri beni con i fratelli in necessità e nel rinnegamento di se stessi per seguire il Maestro sulla via della croce. Nel suo vangelo importante è la presenza delle donne a partire dalla Madre di Gesù, di cui Luca ci ha lasciato l’immagine più perfetta.
Negli Atti degli Apostoli, Luca racconta il primo espandersi della Chiesa cristiana fuori dalla Palestina con tutti i problemi di questa universalizzazione, nonché la prodigiosa attività apostolica e missionaria di Paolo. Nulla di sicuro si sa circa la morte di Luca. Le diverse tradizioni, non conciliabili tra loro, parlano di martirio, ma sembra più probabile che sia morto in tarda età in una comunità dell’Acaia. Le sue ossa furono portate a Costantinopoli e di là trasferite a Padova.