Sant'Eulogio, martire
Durante il dominio arabo in Spagna dall’VIII al XIII secolo, dominio saggio e illuminato anche se duro, il paese godette di lunghi periodi di pace e di benessere che consentirono lo sviluppo di una civiltà evoluta, per quanto lontana da quella cristiana e diversa da quella romana. La religione di stato era quella islamica e il Cristianesimo era tollerato, purché restasse nell’ombra. In quest’epoca visse Eulogio.
Nato a Cordova da una delle più nobili famiglie della città e ordinato sacerdote, fu chiamato a insegnare in una pubblica scuola di Cordova, che era allora la città più colta di Spagna. Il suo insegnamento era profondamente radicato nel momento storico del suo tempo, incentrato com’era sulla difesa della libertà cristiana; predicava anche nelle abbazie e nei conventi spagnoli che visitava e anche nei libri che scriveva confutava la dottrina di Maometto. Ma questo, insieme all’intransigenza dei cattolici spagnoli, provocò una persecuzione.
A Cordova, con il Vescovo e tutto il clero, fu imprigionato anche Eulogio, il quale espresse l’appassionato desiderio di difendere la fede a prezzo della vita, con un’opera divenuta celebre: l’Esortazione al martirio. Liberato, nell’859 venne eletto vescovo di Cordova, e si preparava alla consacrazione quando venne ucciso.