IV giorno dell'Ottava del Natale
Appena passato il Natale, quasi a sconfessare ogni superficiale dolcezza e richiamare alla profondità del mistero sconvolgente che è stato celebrato, si fa memoria nella liturgia della “strage degli Innocenti”. È una festa molto antica, attestata in Occidente già nella prima metà del secolo V.
L’episodio è narrato nel vangelo di Matteo. Erode, vedendo che i Magi si erano presi gioco di lui e non erano tornati a riferirgli del Bambino a cui la Stella li aveva guidati, in preda alla paura che sempre il potere ha del piccolo e della sua regale autorità, ordinò che si uccidessero tutti i bambini al di sotto dei due anni, nel territorio di Betlemme e dintorni: un annuncio della morte che Gesù, l’innocente, sottratto per il momento alla furia di Erode, affronterà al compimento della sua ora, quando cioè l’opera per la quale è nato sarà compiuta.
Vittime innocenti della ostilità dei potenti verso la mite regalità di Cristo, i bambini uccisi da Erode sono come la primizia della moltitudine dei redenti che seguono l’Agnello quando si manifesterà la sua vittoria su ogni male.