Continua ad occuparsi di ragazzi con handicap, ma anche di pazienti di ogni età con interventi riabilitativi; di anziani non autosufficienti, malati terminali e in stato vegetativo persistente
Don Carlo Gnocchi è nato a S. Colombano al Lambro il 25 ottobre 1902, il processo era stato aperto dal cardinal Martini nel 1986 e nei prossimi mesi sarà beatificato
“Altri potrà servirli meglio ch'io non abbia saputo o potuto fare; nessuno, forse, amarli più ch'io non abbia fatto”.(Dal testamento spirituale di don Carlo Gnocchi)
Cinquantamila fedeli accorsi in piazza Duomo - oltre a quelli collegati alla tv, alla radio e sul web - hanno seguito la celebrazione presieduta dall’Arcivescovo, nella quale il delegato del Papa monsignor Amato ha pronunciato la formula di beatificazione, elevando il “papà dei mutilatini” alla gloria degli altari
Il 17 gennaio scorso Benedetto XVI ha autorizzato la pubblicazione del decreto che attribuisce a don Gnocchi il miracolo nei confronti di un elettricista sopravvisuto a un incidente sul lavoro avvenuto nell'agosto 1979.
Colpita dal virus della poliomielite, ha conosciuto il “papà dei mutilatini” quando è stata accolta nella casa di Pessano. Oggi è presidente dell'Associazione ex Allievi Don Carlo Gnocchi
Da bambino ha ricevuto in dono la cornea di don Gnocchi quando in Italia non esisteva ancora la legge sui trapianti. Oggi è direttore del Centro di riabilitazione “S. Maria alla Rotonda” di Inverigo
Tutti gli appuntamenti dalla veglia di preghiera di sabato 24 ottobre in Santo Stefano alla solenne celebrazione di domenica 25 ottobre in piazza Duomo, dove sono attesi circa 40 mila fedeli
Sabato 24 ottobre alle 21 veglia della vigilia in Santo Stefano: il corpo di don Carlo Gnocchi sarà esposto in San Bernardino alle Ossa fino al mattino di domenica 25. Un corteo accompagnerà poi l’urna verso piazza Duomo, dove si svolgerà la celebrazione
Parla Amabile Battistello: recuperò la vista grazie alla cornea donata dal “papà dei mutilatini”, che sarà beatificato domenica 25 ottobre in piazza Duomo a Milano. «Volle dare una parte di sé, proprio come fa un padre allorché genera un figlio»