Il Cardinale caratterizzò il suo episcopato ambrosiano con uno dei tratti peculiari della sua persona: la capacità di entrare in relazione con “l'altro” (i cristiani di diverse confessioni, i credenti in altre fedi, i non credenti) non solo nell'ambito ecclesiale, ma anche in quello sociale e civile

prof. giuseppe laras rabbino capo di milano con carlo Maria Martini
Il cardinale Martini con Giuseppe Laras, Rabbino capo di Milano

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Nell’ottava e ultima puntata del dossier «Martini in otto parole» (leggi qui l’introduzione) si parla di «Dialogo». Uno dei caratteri peculiari non solo dell’episcopato ambrosiano del Cardinale, ma della sua stessa persona, del suo essere uomo e prete. Fu, infatti, spesso definito «uomo del dialogo», per i molti rapporti che istituì sia a livello ecclesiale ed interreligioso, sia nel contesto sociale e delle istituzioni civili.

Memorabili rimangono alcune iniziative, come la Cattedra dei non credenti, le sue visite alla Sinagoga maggiore di Milano, senza dimenticare l’amicizia personale coltivata con il rabbino capo, rav Giuseppe Laras, e le relazioni avviate con le diverse Chiese cristiane e i loro massimi rappresentanti, che fecero di Milano la capitale (per qualcuno mondiale) dell’ecumenismo.

A tale proposito, così si esprimeva lo stesso Arcivescovo. «Milano è una delle poche città d’Italia, forse anche del mondo, dove funziona al meglio un Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane. Nell’anno centenario della morte di Ambrogio [1997], abbiamo potuto godere delle visite di diversi Patriarchi orientali, tra cui Bartolomeo I di Costantinopoli, il patriarca degli Armeni, e altri. Mi è stato dato inoltre di avere contatti ecumenici significativi come presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali europee, incarico che ho svolto per 7 anni. Ci si incontrava regolarmente con la Conferenza delle Chiese, la KEK, che raduna le 117 denominazioni protestanti, più tutti i patriarchi dell’Oriente, e comprende, quindi, tutti i cristiani non cattolici europei. Insieme abbiamo organizzato la prima Assemblea ecumenica di Basilea e, poi, la seconda a Graz; in quella circostanza ho conosciuto molto bene il patriarca di Mosca Alessio [II]. Un secondo livello concerne il dialogo con l’ebraismo, che costituisce un caso particolarmente significativo di dialogo interreligioso».

Ampliando il discorso anche all’ambito civile – come non pensare agli esiti estremi della consegna delle armi da parte dei terroristi proprio a lui e alla sua intuizione della giustizia riparativa? -, il Cardinale più volte sottolineò l’atteggiamento con cui vivere il dialogo in una logica che si riveli feconda in ogni contesto: quella della Teshuvà ebraica, della conversone, del “cambiare il cuore”, dell’ascolto, come diremmo oggi.

Scriveva, infatti, ancora: «Voglio aggiungere una parola sul dialogo con i non credenti. Per questo sono stato aiutato da una frase di Norberto Bobbio, che dice: “Non conta tanto la differenza tra credenti e non credenti, ma conta la differenza tra pensanti e non pensanti”. È importante pensare, approfondire e, in tal senso, la Cattedra dei non credenti mette in luce che in ognuno di noi c’è un credente e un non credente. Un credente che aderisce per grazia alla parola rivelata, ma dentro c’è sempre un borbottio: “ma sarà vero?”. Mentre nel non credente c’è una non adesione, e insieme una paura: “e se fosse vero?”. Su tale base è più facile capirsi, perché ciascuno si riconosce in questo dualismo».

Spunti di approfondimento

Il 25 ottobre 2000 una tavola rotonda tra esponenti delle diverse religioni – organizzata dall’Arcidiocesi insieme alla Comunità di Sant’Egidio e ai frati Minori di Sant’Angelo sul tema «Religioni per la pace nello spirito di Assisi», svoltasi all’Angelicum di Milano e seguita da un incontro con la città in piazza Sant’Angelo – tenne a battesimo il Forum delle Religioni a Milano. In quell’occasione il cardinale Martini intervenne riflettendo su «L’accoglienza dell’altro via alla pace» (leggi qui).

La voce del Cardinale

L’edizione del 2000 della Cattedra dei non Credenti aveva per tema «I figli di Kronos si interrogano». Sul tempo, uno dei misteri più affascinanti dell’universo, dialogarono e si confrontarono esperti di diverse discipline: dall’astronomia (Duccio Macchetto) alla fisica (John Barrow), dalla biologia (Edoardo Boncinelli) alla filosofia (Carlo Sini), dalla memoria (Giacomo Limentani) all’attesa (Gabriel Bunge). Il 30 novembre 2000, all’Università degli Studi di Milano, il cardinale Martini prese la parola su «Tempo finito o infinito?». Proponiamo la registrazione audio.

L’Assemblea ecumenica di Basilea, nel maggio del 1989, fu la prima occasione dopo secoli per un incontro tra tutte le Chiese cristiane d’Europa, organizzata insieme dalla Kek e dal Ccee. Si rifletteva su pace, giustizia e salvaguardia del creato. Proponiamo il reportage «Pace nella giustizia» (programma di Fabrizio Truini, regia di Carlo De Biase).

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