Giovedì 6 luglio il Rettore del Seminario greco cattolico di Leopoli partecipa a un incontro in un luogo simbolo di solidarietà, da cui sono partiti diversi convogli umanitari e sono transitati donne e bambini in fuga dalla guerra
Rivivere l’esperienza della guerra con chi, negli ultimi mesi, ha dovuto dormire nei rifugi antiaereo e ha fatto il possibile per dare una mano alle persone in fuga dai combattimenti. È l’opportunità che offre l’incontro organizzato da Fondazione Arché giovedì 6 luglio, alle 18, presso CasArché (via Lessona 70, Milano – vedi qui la locandina), in cui prenderà la parola padre Ihor Boyko, rettore del Seminario greco cattolico di Leopoli e punto di riferimento della rete internazionale di solidarietà per il popolo ucraino a cui Arché ha dato il suo contributo. A neanche un mese dallo scoppio del conflitto, infatti, il primo convoglio umanitario, carico di alimenti e medicinali, partiva in direzione di Leopoli.
Ad attenderli quella volta e quelle successive c’era proprio padre Ihor, che all’incontro racconterà l’esperienza della guerra nel suo Paese, aggiornerà i presenti sugli ultimi sviluppi del conflitto e sui suoi effetti sulla popolazione civile. Padre Boyko, inoltre, metterà in luce l’insostituibile ruolo della solidarietà internazionale a supporto della popolazione civile colpita dalle bombe.
L’azione di Arché
Sostegno che, per Fondazione Arché, insieme con altre realtà, si è manifestato sia nell’organizzazione di convogli umanitari verso Leopoli, sia nell’accoglienza dei profughi e delle profughe in fuga dal Paese. In totale sono 24 adulti e 21 bambini le persone ucraine che Arché ha accolto negli appartamenti messi a disposizione a Milano, grazie alla generosità di Shiseido, e a San Benedetto del Tronto. E che, in questi giorni, li stanno abbandonando vista la positiva conclusione del progetto che le aveva coinvolte. Dall’iscrizione a scuola dei più piccoli alle opportunità di lavoro per i genitori, passando per la partecipazione a iniziative di cittadinanza attiva: le famiglie ucraine hanno così potuto scrivere in serenità un nuovo capitolo della loro vita e tornare a guardare al futuro con speranza.
«Sarà una bella occasione sia per rimettere al centro dell’attenzione le vicende del popolo oggetto dell’aggressione russa, sia per ribadire il valore essenziale della solidarietà, di cui in più occasioni si è avuta una dimostrazione concreta in Italia e in Ucraina, sia per rilanciare il nostro desiderio per una pace giusta», dice padre Giuseppe Bettoni, presidente e fondatore di Arché, felice di ospitare e di ascoltare padre Ihor Boyko, finalmente, a Milano. Lontano, per un po’, dalla furia della guerra.