Dopo il parere favorevole del Ministero di Giustizia, la Ragioneria di Stato blocca l’emendamento chiesto da Fondazioni antiusura, magistrati e docenti universitari. Gualzetti: «Incomprensibile, famiglie più povere lasciate in balia del welfare malavitoso»
«Incomprensibilmente ancora una volta vediamo rinviata una norma che avrebbe dato, in un momento così drammatico per il Paese, una boccata di ossigeno proprio alle famiglie sovra-indebitate più povere, quelle che galleggiano sulla linea della sussistenza e che avrebbero bisogno di interventi urgenti. Ci saremmo attesi ben altra sollecitudine da parte delle istituzioni. Ma non ci lasceremo scoraggiare, continueremo la nostra battaglia affinché siano garantite strade veloci di esdebitazione per gli incapienti. Non ci sarà nessun rilancio se non si parte dagli ultimi». Lo dichiara Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana e presidente della Fondazione San Bernardino, dopo la notizia della bocciatura da parte della Ragioneria di Stato dell’emendamento che avrebbe consentito di far entrare in vigore la nuova disciplina sul sovra-indebitamento con la conversione in legge del decreto Agosto.
L’emendamento, esito di un tavolo di lavoro istituito presso l’Università Cattolica e sottoscritto da 29 fondazioni e associazioni anti usura, 38 magistrati e 32 docenti universitari, si propone di anticipare la riforma della legge n. 3 del 2012, straliciandola dal Codice della crisi, destinato al debutto solo dal 1° settembre del prossimo anno
In particolare con l’emendamento proposto si sarebbe ridato vigore a quella legge che nei fatti è stata poco utilizzata – nel 2018 risultavano aperte 7.000 procedure – estendendo i benefici anche alle famiglie indebitate più povere, i debitori incapienti. In tempi di crisi economica profonda, proprio l’allargamento dei potenziali beneficiari potrebbe contribuire a risolvere situazioni nello stesso tempo gravi e diffuse.
Tuttavia, nonostante il parere favorevole del Ministero della Giustizia, l’emendamento non è passato al vaglio della Ragioneria dello Stato, costringendo il presidente della Commissione bilancio a ritirarlo.
Come era accaduto per un’iniziativa analoga in occasione della conversione in legge del decreto Semplificazioni, anche questa volta dunque il provvedimento è naufragato proprio nell’ultimo miglio.
«Siamo dispiaciuti per le migliaia di famiglie più povere che vedono allontanarsi la possibilità di riprendere in mano le loro vite e che invece si ritroveranno abbandonate a loro stesse ed esposte alle false promesse di quel welfare mafioso di prossimità di cui parla anche il commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiraket e antiusura nell’ultima relazione annuale – osserva Gualzetti – Ripresenteremo questa norma in tutte le situazioni legislative possibili perché è una norma di civiltà, di cui c’è urgente bisogno».