Dichiarazione comune di cattolici, musulmani, ebrei, ortodossi, protestanti e buddhisti, che esprimono vicinanza nel dolore alla famiglia di Nahel
di Maria Chiara
Biagioni
Agensir
Saccheggi e incendi da nord a sud. Bruciano le banlieues delle grandi città. Presi di mira i commissariati di polizia, i municipi, le scuole, i mezzi di trasporto. Questa la situazione in Francia da diversi giorni, dopo l’omicidio di un ragazzo di diciassette anni, Nahel M., da parte di un poliziotto. I leader religiosi di Francia «impegnati da tempo nella concordia e nella fraternità, in questi tempi difficili per i quartieri delle nostre città e per il nostro Paese», lanciano insieme un appello «al dialogo e alla pace».
In una dichiarazione comune firmata dai religiosi e dai vescovi cattolici di Francia, dal rettore della Grande Moschea di Parigi, dal rabbino capo di Francia Haïm Korsia, dal presidente del Cfcm Mohammed Moussaoui, dal presidente dell’Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia, dal pastore Christian Krieger, presidente della Federazione protestante di Francia e dal presidente dell’Unione buddista di Francia, i leader religiosi esprimono vicinanza nel dolore alla famiglia di Nahel e assicurano le loro preghiere «specialmente per sua madre. Sentiamo la sofferenza e la rabbia che viene espressa. Affermiamo anche con una sola voce che la violenza non è mai una buona strada – scrivono i religiosi -. Deploriamo profondamente la distruzione di scuole, negozi, municipi, mezzi di trasporto. I primi a subirne le conseguenze sono proprio gli abitanti, le famiglie e i bambini di questi quartieri. In questi tempi difficili, chiediamo la salvaguardia e il consolidamento del necessario legame di fiducia tra la popolazione e le forze dell’ordine che tanto hanno dato durante le prove che il nostro Paese ha attraversato. Incoraggiamo i nostri governanti e gli eletti della Nazione a lavorare insieme, con responsabilità, per realizzare la giustizia e la pace. Possano tutti i credenti oggi più che mai essere servitori della pace e del bene comune. Siamo tutti insieme disponibili a contribuire a esso».