Il Presidente della Cei si trova in missione nella capitale russa quale inviato di papa Francesco per trovare le vie per una «giusta pace»
di Agensir
Articolo aggiornato al 29 giugno
«Come sapete, la missione che il Santo Padre Francesco ha affidato a Sua Eminenza il Cardinale Zuppi è di individuare ed incoraggiare iniziative umanitarie che permettano di iniziare un cammino che, speriamo, possa portare alla tanto desiderata pace. Di questo si è parlato ieri nell’incontro che Sua Eminenza ha avuto con S.E. il Sig. Uchakov. Questa mattina, poi, Sua Eminenza incontrerà la Sig.ra Belova, commissaria per i Diritti dei bambini». Queste le parole del Nunzio apostolico a Mosca, monsignor Giovanni D’Aniello, questa mattina ad alcuni giornalisti secondo quanto diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, in relazione alla visita che il cardinale Zuppi sta compiendo a Mosca, accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, quale inviato di papa Francesco. Scopo principale dell’iniziativa, secondo quanto riferito dalla Sala Stampa, è «incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace».
Monsignor D’Aniello ha aggiunto: «Nel pomeriggio, poi, ci sarà l’incontro con Sua Santità il Patriarca Kirill e di sera Sua Eminenza presiederà una solenne concelebrazione eucaristica nella Cattedrale dedicata alla Madre di Dio, dove incontrerà la comunità cattolica, alla quale trasmetterà il saluto, la vicinanza e le preghiere del Santo Padre. Infine, domani, nel primo pomeriggio, Sua Eminenza farà ritorno a Roma».
Pezzi: «Una grande notizia»
«Grande notizia. Il valore di questa visita a Mosca è molto alto. Considerando poi gli ultimi eventi, direi anche che l’urgenza e la disponibilità alla pace mi sembrano accresciute»: così monsignor Paolo Pezzi, presidente dei vescovi cattolici russi, ha accolto la notizia della visita.
«Direi – ha aggiunto Pezzi – che è molto importante che si sia riusciti a organizzare questa visita proprio adesso. Non nascondo che le attese sono molto grandi anche perché soprattutto alla luce degli ultimi eventi, si capisce che c’è da parte di tanti la voglia semplice di tornare a guardarsi negli occhi con serenità, con voglia di riallacciare rapporto e con il desiderio di costruire finalmente. Riguardo a cosa concretamente questa visita può smuovere, penso che senza dubbio l’aspetto umanitario e quindi la situazione dei prigionieri di guerra e la situazione dei profughi saranno in primo piano. Penso cioè che a questo livello si potranno fare, forse anche subito, dei passi concreti».
Secondo monsignor Pezzi, «è molto importante» anche «il fatto che il Cardinale possa incontrare il Patriarca Kirill», perché – ha spiegato – «sarebbe un errore fermarsi solo a livello politico. Occorre far giocare anche il fattore umano, antropologico, religioso non tanto perché si debba pensare che la religione sia coinvolta in quanto tale in questa situazione ma perché il livello religioso si pone comunque a un piano più alto rispetto al livello politico ed economico. Quindi, certamente questo coinvolgimento e la possibilità anche di questi incontri possono non solo aprire porte, non solo costruire ponti ma anche individuare delle possibilità concrete e dei passi sicuri sulla via della pace».