Il premier Draghi, illustrando il nuovo decreto, ha ricordato le drammatiche conseguenze della pandemia, a cominciare dai 134 mila morti. Sarebbe un disastro non solo economico se l'Italia disperdesse il vantaggio accumulato
di Stefano
De Martis
Agensir
La parola d’ordine è «prevenire per non richiudere». Con il nuovo decreto Covid il governo intende giocare d’anticipo, quando ancora la situazione appare sotto controllo e decisamente più favorevole rispetto a quella di altri Stati della Ue (è «la migliore in Europa», per dirla con Mario Draghi). Ma anche la pressione dei contagi dall’estero e il confronto con quanto sta avvenendo oltre i nostri confini hanno contribuito a spingere l’esecutivo verso provvedimenti più stringenti. Sarebbe un disastro non solo economico se l’Italia disperdesse il vantaggio accumulato e il virus tagliasse le gambe alla ripresa economica. E in ogni caso non dobbiamo perdere la memoria di quanto è accaduto in passato. Il premier, illustrando ai giornalisti il decreto dopo la riunione del Consiglio dei ministri, ha ricordato in apertura le drammatiche conseguenze della pandemia sulla società italiana, a cominciare dai 134 mila morti per Covid.
Convincere i no-vax
Certo, oggi la situazione è diversa e lo è soprattutto in virtù dei vaccini. Draghi ha sottolineato con forza il successo della campagna che sarà ulteriormente ampliata e potenziata e ha ringraziato gli italiani per la «grande partecipazione». Almeno per quell’87% di vaccinati il premier prevede «un Natale normale».
Resta il grave problema di coloro che ancora rifiutano il vaccino e il decreto è l’ennesimo e più stringente tentativo di convincerli. «Spero che coloro che da oggi saranno oggetto di restrizioni possano tornare a essere parte della società con tutti noi», ha sottolineato Draghi. Il premier ha tenuto a precisare che non bisogna «né sottovalutare, né criminalizzare diversità di comportamenti e vedute», ma sulla via imboccata con i vaccini non ci possono essere esitazioni. E ha mandato un segnale a quei partiti che tendono costantemente a smarcarsi e oggettivamente forniscono una sponda ai no-vax. «Per ricucire questa contrapposizione tra chi si vaccina e chi non si vaccina – ha spiegato in conferenza-stampa – bisogna che il governo sia compatto. Non deve avere cedimenti o posizioni diverse. La mancanza di compattezza viene utilizzata come scusa per evadere l’obbligo».
Rafforzare i controlli
Draghi ha insistito molto sui controlli che dovranno essere rafforzati ed estesi: «Bisogna fare di più. Le forze dell’ordine dovranno essere mobilitate in maniera totale, completa, piena, anche con il coinvolgimento della polizia locale», ha assicurato. Su un altro tema controverso, quello della proroga dello stato d’emergenza, il presidente del Consiglio non ha voluto prendere posizione in modo esplicito perché siamo ancora «a un mese dalla scadenza». Ma ha lasciato chiaramente intendere che a Palazzo Chigi si sta studiando una soluzione giuridica per «avere a disposizione tutta la struttura di mobilitazione sanitaria» senza ricorrere allo stato d’emergenza, il cui rinnovo richiederebbe comunque una modifica di legge per superare il limite temporale di due anni attualmente in vigore.
Il decreto
Ma vediamo in sintesi i principali contenuti del decreto-legge “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali”, approvato dal Consiglio dei ministri su proposta di Draghi e del ministro della Salute, Roberto Speranza. Gli ambiti toccati sono quattro:
obbligo vaccinale e terza dose;
estensione dell’obbligo vaccinale a nuove categorie;
istituzione del Green pass rafforzato;
rafforzamento dei controlli e delle campagne promozionali sulla vaccinazione.
L’obbligo vaccinale per le categorie già coinvolte viene esteso alla terza dose a decorrere dal 15 dicembre e con esclusione della possibilità di essere adibiti a mansioni diverse. L’obbligo viene inoltre allargato ad altre categorie:
personale amministrativo della sanità;
docenti e personale amministrativo della scuola;
militari;
forze di polizia (compresa quella penitenziaria);
personale del soccorso pubblico.
La validità del Green Pass viene ridotta da 12 a 9 mesi e l’obbligo viene esteso ad alberghi, ferrovie regionali e interregionali, trasporto pubblico locale. Dal 6 dicembre scatta il Green Pass rafforzato che può essere ottenuto solo da vaccinati o guariti.
Il nuovo certificato serve per accedere ad attività che altrimenti, in caso di zona gialla, sarebbero oggetto di restrizioni. Vale a dire spettacoli, ristoranti, eventi sportivi, ristoranti al chiuso, feste e discoteche, cerimonie pubbliche. Fino al 15 gennaio il Green Pass rafforzato sarà obbligatorio anche in zona bianca. Per quanto riguarda i controlli, le prefetture dovranno predisporre entro cinque giorni i piani provinciali di attuazione e ogni settimana saranno tenuti a inviare una relazione al ministero dell’Interno.
Al di là delle misure contenute nel decreto-legge, Palazzo Chigi ha comunicato che altre decisioni per via amministrativa sono state assunte dal governo o lo saranno a breve. In particolare la possibilità di somministrare la terza dose di vaccino dopo cinque mesi e agli under 40. Se e quando autorizzate dagli organismi competenti, saranno inoltre avviate le campagne vaccinali per la fascia d’età 5-12 anni.