Una crisi di governo «non serve a nessuno» e avrebbe conseguenze pesanti per il Paese. Tra i firmatari Acli, Azione Cattolica italiana, Fuci, Gruppo Abele e Meic

di Agensir

Mario Draghi
Mario Draghi

«Noi, rappresentanti di associazioni, movimenti e organizzazioni della società civile esprimiamo profonda e sincera preoccupazione per la crisi di governo appena aperta». Uniscono le voci Acli, Arci, Azione Cattolica italiana, Confcooperative, Cnca, Fuci, Gruppo Abele, Legambiente, Legacoop sociali, Libera, Meic, Movimento politico per l’unità per un appello al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, e alle forze politiche che l’hanno sostenuto affinché venga scongiurata una crisi di Governo. «Al di là delle differenti valutazioni che vi possano essere su responsabilità e operato degli attori in campo, riteniamo che la drammaticità del momento e le tante domande di dignità della società non abbiano bisogno di una crisi perché ne uscirebbero ancora più compromesse. Ne pagheremmo tutti le conseguenze, soprattutto chi già è o sarà più colpito dal convergere, in una tempesta perfetta, di più crisi lontane dall’essere risolte, come la guerra globale, l’esodo dei rifugiati e di tanti poveri, l’inflazione e l’esplosione delle diseguaglianze, la pandemia e le devastazioni conseguenti alla crisi climatica e alle violenze sull’ambiente. Il tutto mentre nel nostro Paese crescono in modo preoccupante poteri criminali, corruzione e mafie».

Il compito della politica

La lettera aperta prosegue così: «Chiediamo al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e alle forze politiche che l’hanno sostenuto di trovare prontamente una composizione delle differenti posizioni. Non si tratta di minimizzare la realtà o ignorare le differenze: la democrazia è anche conflittualità non violenta tra posizioni spesso divergenti. La politica ha il compito di attraversare il conflitto per trovare la migliore soluzione, le elezioni non sono comunque lontane a venire ma in questo momento ci sono molti cantieri aperti (Pnrr, Decreto semplificazioni, misure urgenti per i redditi bassi, crisi energetica) e le troppe urgenze dettate dal bene comune reclamano che le conflittualità siano gestite e trovino rapidamente un’intesa. Noi porteremo avanti nella società, con sempre maggior impegno, le nostre istanze e le nostre proposte di cambiamento economico e sociale, ma ora una crisi non serve a nessuno».

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